La pagella nelle scuole elementari venne introdotta col R.D. 20 agosto 1926 n.1615; il documento aveva il significato sia di una tassa scolastica amministrativa (la pagella era prodotta dal Provveditorato Generale dello Stato ed era necessaria per l'iscrizione alla scuola pubblica; doveva essere acquistata presso le rivendite di generi di privativa, al costo di Lire 5, per essere consegnata in bianco alla segreteria della scuola; in sua assenza serviva una dichiarazione dell'Ufficio del Registro che documentasse l'avvenuto pagamento della tassa scolastica), sia di documento scolastico, venendo stampata su indicazione del Ministero della Pubblica Istruzione secondo un modello unico.
La pagella come tassa scolastica venne eliminata con R.D. 28 luglio 1929 n.1363, restando però in vigore come documento scolastico.
Nel periodo dell'Era Fascista anche la pagella scolastica risentì delle scelte propagandistiche del regime, che utilizzò anche questo documento per veicolare il proprio modello di una nuova gioventù, fisicamente sana, istruita ed ideologicamente formata per occupare il proprio ruolo in una società sempre più militarizzata. Il giovane doveva essere inquadrato fin da piccolo nelle organizzazioni giovanili del partito, per essere formato al ruolo di civilizzatore che spettava per diritto di sangue, in quanto erede e portatore della civiltà romana. Con le pagelle vengono anche presentate alcune cartoline dell'epoca, che aiutano a meglio inquadrare le tematiche trattate.
Ai primi modelli unici di pagella, sobriamente caratterizzati dallo stemma sabaudo con fasci littori, stampato a colori sul frontespizio, seguirono pagelle sempre più colorate e graficamente accattivanti, con rappresentazioni al tratto in stile futurista; tutto l'apparato iconografico del P.N.F. trovò spazio sulle copertine delle pagelle, dalle architetture nel tipico stile monumentale del periodo alla rievocazione dei fasti imperiali della antica Roma.
Con lo scoppio della guerra anche la pagella divenne un mezzo della propaganda militare, con l'immancabile motto mussoliniano "Vincere".
Alla caduta del regime il 25 luglio 1943, anche la pagella si adegua al nuovo regime repubblicano e i due modelli prodotti durante la Repubblica Sociale italiana sono testimoni della deriva anti-monarchica e rivoluzionaria della riscoperta degli ideali fascisti delle origini, messi da parte con l'ascesa al potere sotto la monarchia.
Nella pagella del 1945 il fascio repubblicano rimpiazzerà definitivamente il fascio littorio.
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